domenica 27 aprile 2008

Noi che...

Noi che la penitenza era: “dire fare baciare lettera testamento”.


Noi che “se ti faccio fare un giro con la bici nuova non devi cambiare le marce”.

Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.

Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.

Noi che il Ciao si accendeva pedalando.

Noi che suonavamo al campanello per chiedere se l’amico era in casa.

Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa.

Noi che avevamo il "nascondiglio segreto" con il "passaggio segreto".

Noi che ci divertivamo anche facendo "1,2,3 Stella!"

Noi che giocavamo a "Merda" con le carte.

Noi che facevamo la raccolta delle palline nelle cartucce delle stilografiche.

Noi che dopo la prima partita c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella...

Noi che giocavamo a “Indovina Chi?” e conoscevamo tutti i personaggi a memoria.

Noi che giocavamo a Forza 4.

Noi che giocavamo a nomi, cose, animali, città.. (e la città con la D era sempre Domodossola).

Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.




Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.


Noi che avevamo i cartoni animati belli!!



Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake, Mazinga e Daitan3.




Noi che “Si ma Julian Ross se solo non fosse malato di cuore sarebbe più forte di Holly…”




Noi che guardavamo 'La Casa Nella Prateria','Candy Candy' e 'Giorgie' anche se mettevano tristezza.




Noi che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o un francese,un tedesco e un italiano.

Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.

Noi che si andava in cabina a telefonare.

Noi che non potevamo bere la Cocacola troppo tardi perchè non ci faceva dormire

Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.

Noi che al nostro compleanno invitavamo tutti, ma proprio tutti, i nostri compagni di classe.

Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.

Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.

Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri figo.

Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti.

Noi che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.

Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.

Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.

Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.

Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.

Noi che le femmine ci obbligavano a giocare a Campana.

Noi che facevamo Palla Avvelenata.

Noi che giocavamo a Ruba Bandiera.

Noi che facevamo a gara a chi masticava più Big Babol contemporaneamente.

Noi che il 'Disastro di Cernobyl' vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.

Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.

Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.

Noi che però sapevamo che erano le 4 perché stava per iniziare BIMBUM BAM.


Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c’era Happy Days.




Noi che andavamo a dormire "dopo i Puffi".




Noi che il primo novembre era “Tutti i santi”, mica Halloween.


Noi che a scuola con lo zaino Invicta e la Smemoranda.

Noi che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi il segnale di interruzione delle trasmissioni con quel rumore fastidioso.

Noi che le caramelle ci costavano 50 lire.

Noi che si suonava la pianola Bontempi.

Noi che la Ferrari era Alboreto,la Mc Laren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini!!!!!

Noi che la merenda erano la Girella, la crostatina al cioccolato e il Billy all'arancia.

Noi che le macchine avevano la targa nera...i numeri bianchi...e la sigla della provincia in arancione!!

Noi che guardavamo allucinati il futuro nel Drive In con i paninari.


Noi che al cine usciva un cartone animato ogni dieci anni e guardavamo sempre gli stessi tre o quattro (di Walt Disney).

Noi che sentivamo i 45 giri nei giradischi.

Noi che la Barbie aveva le gambe rigide.

Noi che il Commodore64 e il registratore lentissimo s’inceppava sempre.








Noi che il twix si chiamava Raider e faceva competizione al Mars.




Noi che abbiamo visto 15 volte i Goonies, Ritorno al Futuro e Stand by me.
Noi che per vedere i cartoni ci toccava litigare con l'antenna sopra la TV.
Noi che le all star le compravi al mercato a 10.000 lire.

Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e lui la prendeva con le mani non era fallo.
Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta.


Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.

Noi che giocavamo a calcio con le pigne.

Noi che le pigne ce le tiravamo pure.

Noi che alle gite non potevamo uscire dalle camere la notte.

Noi che ci divertivamo anche facendo Strega comanda colori.

Noi che facevamo il tifo per il Piccolo Mugnaio Bianco e la sua bella Clementina.

Noi che tiravamo le manine appiccicose delle patatine sui capelli delle femmine.

Noi che abbiamo avuto tutti il bomber blu,nero,argento e verde con l'interno arancione e i miniciccioli nel taschino.

Noi che se eri bocciato in 3° media potevi arrivare con il Fifty ed eri un figo della madonna!!!
Noi che ai mercatini dell'antiquariato vediamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e ci viene un nodo alla gola.
Noi che le nostre mamme mica ci hanno visti con l'ecografia e l'arrivo di una bimba o di un bimbo era ancora una bella sopresa.

NOI CHE SIAMO ANCORA QUI E CERTE COSE LE ABBIAMO DIMENTICATE E SORRIDIAMO QUANDO CE LE RICORDIAMO

NOI CHE SIAMO STATI QUESTE COSE E GLI ALTRI NON SANNO COSA SI SONO PERSI.

giovedì 17 aprile 2008

Il coraggio di un padre


Priamo si presenta al cospetto di Achille
e lo supplica di restituire ai suoi cari
il corpo di Ettore affinché possa essergli concessa
degna sepoltura.


Tolta non era ancor la mensa, e ancora

sedeavi Achille. Il venerando veglio

entrò non visto da veruno, e tosto

fattosi innanzi, tra le man si prese

le ginocchia d'Achille, e singhiozzando

la tremenda baciò destra omicida

che di tanti suoi figli orbo lo fece.

Come avvien talor se un infelice

reo del sangue d'alcun del patrio suolo

fugge in altro paese, e ad un possente

s'appresentando, i riguardanti ingombra

d'improvviso stupor; tale il Pelìdedel dëi

forme Prìamo alla vista

stupì. Stupiro e si guardaro in viso

gli altri con muta maraviglia, e allora

il supplice così sciolse la voce:

Divino Achille, ti rammenta il padre,

il padre tuo da ria vecchiezza oppresso

qual io mi sono. Io questo punto ei forse

da' potenti vicini assediato

non ha chi lo soccorra, e all'imminente

periglio il tolga. Nondimeno, udendo

che tu sei vivo, si conforta, e spera

ad ogn'istante riveder tornato

da Troia il figlio suo diletto. Ed io,

miserrimo! io che a tanti e valorosi

figli fui padre, ahi! più nol sono, e parmi

già di tutti esser privo. Di cinquanta

lieto io vivea de' Greci alla venuta.

Dieci e nove di questi eran d'un solo

alvo prodotti; mi venìano gli altri

da diverse consorti, e i più ne spense

l'orrido Marte. Mi restava Ettorre,

l'unico Ettorre, che de' suoi fratelli

e di Troia e di tutti era il sostegno;

e questo pure per le patrie mura

combattendo cadéo dianzi al tuo piede.

Per lui supplice io vegno, ed infiniti

doni ti reco a riscattarlo, Achille!

Abbi ai numi rispetto, abbi pietade

di me: ricorda il padre tuo: deh! pensa

ch'io mi sono più misero, io che soffro

disventura che mai altro mortale

non soffrì, supplicante alla mia bocca

la man premendo che i miei figli uccise.

A queste voci intenerito Achille,

membrando il genitor, proruppe in pianto,

e preso il vecchio per la man, scostollo

dolcemente. Piangea questi il perduto

Ettorre ai piè dell'uccisore, e quegli

or il padre, or l'amico, e risonava

di gemiti la stanza. Alfin satollo

di lagrime il Pelìde, e ritornati

tranquilli i sensi, si rizzò dal seggio,

e colla destra sollevò il cadente

veglio, il bianco suo crin commiserando

ed il mento canuto. Indi rispose:

Infelice! per vero alte sventure

il tuo cor tollerò. Come potesti

venir solo alle navi ed al cospetto

dell'uccisore de' tuoi forti figli?

Hai tu di ferro il core? Or via, ti siedi,

e diam tregua a un dolor che più non giova.

Liberi i numi d'ogni cura al pianto

condannano il mortal. Stansi di Giove

sul limitar due dogli, uno del bene,

l'altro del male. A cui d'entrambi ei porga,

quegli mista col bene ha la sventura.

A cui sol porga del funesto vaso,

quei va carco d'oltraggi, e lui la dura

calamitade su la terra incalza,

e ramingo lo manda e disprezzato

dagli uomini e da' numi.


(Iliade, libro ventesimoquarto)

Apollo dall'arco d'argento

Apollo, invocato dal sacerdote Crise, scende a punire gli empi Achei


"Dio dall'arco d'argento, o tu che Crisa

proteggi e l'alma Cilla, e sei di Tènedo

possente imperador, Smintèo, deh m'odi.

Se di serti devoti unqua il leggiadro

tuo delubro adornai, se di giovenchi

e di caprette io t'arsi i fianchi opimi,

questo voto m'adempi; il pianto mio

paghino i Greci per le tue saette."


Sì disse orando. L'udì Febo, e scese

dalle cime d'Olimpo in gran disdegno

coll'arco su le spalle, e la faretra

tutta chiusa. Mettean le frecce orrendo

su gli omeri all'irato un tintinnìo

al mutar de' gran passi; ed ei simìle

a fosca notte giù venìa. Piantossi

delle navi al cospetto: indi uno strale

liberò dalla corda, ed un ronzìo

terribile mandò l'arco d'argento.



(Iliade, libro primo)

sabato 5 aprile 2008

Una giornata tra i palafitticoli

03 aprile 2008

Gita alle palafitte del lago di Ledro



Ebbene, siamo riusciti ad andare in gita scolastica, abbiamo avuto anche la fortuna di una bella giornata di sole, anche se non si può dire ci fosse un clima primaverile, ed i ragazzi si sono divertiti moltissimo. All'interno del piccolo museo delle palafitte i ragazzi si sono immersi nella preistoria cimentandosi, come i palafitticoli che popolavano le rive del lago, nella costruzione di un'abitazione sull'acqua dell'età del bronzo. Così, dopo aver sezionato i "pali" col seghetto, martellato e limato la struttura ed intrecciata la paglia per il tetto, alla fine di una lunga giornata di lavoro, con grande soddisfazione dei nostri 38 "architetti della preistoria", e grazie alla pazienza e alla professionalità degli esperti operatori del museo, ecco pronte 41 palafitte (l'entusiasmo dei ragazzi ha coinvolto nel lavoro di falegnameria anche tre insegnanti)!



E' stata senza dubbio un'esperienza formativa per i ragazzi, messi a dura prova dalla durezza del legno e dalle difficoltà pratiche di un lavoro di questo tipo, ma proprio la fatica li ha resi orgogliosi del loro prodotto finale. Devo ammettere che sono stati davvero bravi perché ci hanno messo impegno, pur divertendosi molto.




Bravi ragazzi, sono orgogliosa di voi!
Il prossimo anno si va al Roma a restaurare il Colosseo, vi va?