venerdì 26 dicembre 2008

Perle di saggezza (3)

Compito di educazione alla cittadinanza: realizzare una mappa concettuale dell'Unione Europea.
Nella mappa di un alunno svogliato, nella sezione "istituzioni e loro funzioni", al posto di Banca Europea compare a caratteri cubitali
BANCA ROTA.
Leggendolo alla povera prof viene un malore, l'alunno la guarda incredulo: "Perché prof? Cosa ho scritto di strano? Perché mi ha dato insufficiente?"


Gli auguri di Natale dei miei alunni scritti alla lavagna:
"BUON NATALE A TUTTI E FELICE HANNO NUOVO!"
Ma che gioia, grazie cari! Ora mi sento davvero meglio!


Tema di italiano
"Profe, il passato remoto di andare è andemmoro?"
Certo, perché, ci sono dubbi?

mercoledì 24 dicembre 2008

BUON NATALE!!!

"Di tutte le cose che la saggezza procura
per ottenere un'esistenza felice,
la più grande è l'amicizia."
(Epicuro)

Ai miei amici e parenti vicini e lontani... ai miei alunni e colleghi... a tutti...

Un augurio speciale perché questo sia per voi un Natale sereno, scaldati dall'affetto delle persone che vi amano...
Che l'anno vecchio porti via con sè tutto ciò che vi ha rattristati o preoccupati...
Che l'anno nuovo vi doni momenti felici e bellissime e inaspettate sorprese...
Auguri di cuore a tutti.

Tanja

martedì 18 novembre 2008

Quando il PC ti abbandona...

Non sono scomparsa, né partita per mondi sconosciuti (anche se l'idea mi alletterebbe alquanto)! Semplicemente, il mio fido compagno di tante avventure e soprattutto di due tesi interminabili (mi viene il dubbio che la causa possa essere stata questa) mi ha definitivamente abbandonata. Qualche segno di cedimento l'aveva già dato a febbraio 2007, ma il chirurgo dott. Apolus l'aveva rimesso in sesto tanto che sembrava aver superato la crisi. Ora invece è lì, triste e piegato in due... appena mi azzardo ad accenderlo ribadisce, con una schermata blu piena di paroloni, che no, lui non ce la fa più ad andare avanti così... gli darò quindi degna sepoltura e ne acquisterò presto uno nuovo.

Miei cari alunni, che aspettate con ansia che pubblichi le vostre perle di saggezza, non temete, presto riprenderò a scriverle dilettando chi avrà il piacere di leggerle. So quanto ne siete orgogliosi!
Un saluto alla IIC!

lunedì 16 giugno 2008

E' finita!!!

Eccoci arrivati alla conclusione di un altro anno scolastico. Ora, tempo permettendo, per i miei alunni inizia l'estate. Chi è ancora sotto esame dovrà attendere qualche giorno di più..
Auguro a tutta la 1C una splendida estate di sole e divertimento ricordando anche di leggere almeno un libro. Chissà, forse qualcuno scoprirà nelle pagine polverose un'avventura dalla quale non riuscirà a staccare gli occhi e troverà nei libri una buona compagnia da portare sempre con sé. Tutto sta nel saper scegliere col cuore le proprie letture senza lasciarsi spaventare dalla mole delle pagine.
Cari ragazzi, mi auguro che di quest'anno vi sia rimasto un bel ricordo e che sentiate di aver imparato qualcosa di importante per voi stessi.
Ci rivediamo a settembre, in classe o nei corridoi...
Buona estate a tutti!

giovedì 22 maggio 2008

Perle di saggezza (2)

l'avventura continua!


"Nell'antica Grecia c'era un'isola dove vivevano i Mitici..."
Invece i Minoici dove vivevano?

"Le civiltà dei mari erano avvantaggiate perché irrigavano i campi con l'acqua marina."
Bene, chissà che raccolto ricco e condito!

I bambini nell'antica Roma andavano a scuola sotto i porticati lungo la strada.
"In mezzo alla strada? Con tutti quei gas di scarico?"
Nooo, avevano le auto blu!

"Prof, quando faremo la prova di evacuazione a sorpresa?"
No comment!

"Nell'età del bronzo i bambini andavano in gita al museo di preistoria del lago di Ledro."
Pensa quant'erano avanti questi palafitticoli!

Verifica di grammatica
"Profe, se dico che ho un maglione nero, NERO è un aggettivo possessivo, perché il maglione è MIO!"
Davanti a tali ragionamenti mi arrendo completamente!

martedì 13 maggio 2008

Fiabeggiando


In seguito ad un progetto svolto in classe ho realizzato un sito web sulle fiabe. Il pezzo forte è la fiaba di Cappuccetto Rosso interattiva con diversi percorsi di lettura da scegliere.


Mi raccomando, fateci un salto!


http://xoomer.alice.it/fiabeggiandoinsieme

domenica 27 aprile 2008

Noi che...

Noi che la penitenza era: “dire fare baciare lettera testamento”.


Noi che “se ti faccio fare un giro con la bici nuova non devi cambiare le marce”.

Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.

Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.

Noi che il Ciao si accendeva pedalando.

Noi che suonavamo al campanello per chiedere se l’amico era in casa.

Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa.

Noi che avevamo il "nascondiglio segreto" con il "passaggio segreto".

Noi che ci divertivamo anche facendo "1,2,3 Stella!"

Noi che giocavamo a "Merda" con le carte.

Noi che facevamo la raccolta delle palline nelle cartucce delle stilografiche.

Noi che dopo la prima partita c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella...

Noi che giocavamo a “Indovina Chi?” e conoscevamo tutti i personaggi a memoria.

Noi che giocavamo a Forza 4.

Noi che giocavamo a nomi, cose, animali, città.. (e la città con la D era sempre Domodossola).

Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.




Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.


Noi che avevamo i cartoni animati belli!!



Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake, Mazinga e Daitan3.




Noi che “Si ma Julian Ross se solo non fosse malato di cuore sarebbe più forte di Holly…”




Noi che guardavamo 'La Casa Nella Prateria','Candy Candy' e 'Giorgie' anche se mettevano tristezza.




Noi che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o un francese,un tedesco e un italiano.

Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.

Noi che si andava in cabina a telefonare.

Noi che non potevamo bere la Cocacola troppo tardi perchè non ci faceva dormire

Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.

Noi che al nostro compleanno invitavamo tutti, ma proprio tutti, i nostri compagni di classe.

Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.

Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.

Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri figo.

Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti.

Noi che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.

Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.

Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.

Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.

Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.

Noi che le femmine ci obbligavano a giocare a Campana.

Noi che facevamo Palla Avvelenata.

Noi che giocavamo a Ruba Bandiera.

Noi che facevamo a gara a chi masticava più Big Babol contemporaneamente.

Noi che il 'Disastro di Cernobyl' vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.

Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.

Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.

Noi che però sapevamo che erano le 4 perché stava per iniziare BIMBUM BAM.


Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c’era Happy Days.




Noi che andavamo a dormire "dopo i Puffi".




Noi che il primo novembre era “Tutti i santi”, mica Halloween.


Noi che a scuola con lo zaino Invicta e la Smemoranda.

Noi che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi il segnale di interruzione delle trasmissioni con quel rumore fastidioso.

Noi che le caramelle ci costavano 50 lire.

Noi che si suonava la pianola Bontempi.

Noi che la Ferrari era Alboreto,la Mc Laren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini!!!!!

Noi che la merenda erano la Girella, la crostatina al cioccolato e il Billy all'arancia.

Noi che le macchine avevano la targa nera...i numeri bianchi...e la sigla della provincia in arancione!!

Noi che guardavamo allucinati il futuro nel Drive In con i paninari.


Noi che al cine usciva un cartone animato ogni dieci anni e guardavamo sempre gli stessi tre o quattro (di Walt Disney).

Noi che sentivamo i 45 giri nei giradischi.

Noi che la Barbie aveva le gambe rigide.

Noi che il Commodore64 e il registratore lentissimo s’inceppava sempre.








Noi che il twix si chiamava Raider e faceva competizione al Mars.




Noi che abbiamo visto 15 volte i Goonies, Ritorno al Futuro e Stand by me.
Noi che per vedere i cartoni ci toccava litigare con l'antenna sopra la TV.
Noi che le all star le compravi al mercato a 10.000 lire.

Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e lui la prendeva con le mani non era fallo.
Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta.


Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.

Noi che giocavamo a calcio con le pigne.

Noi che le pigne ce le tiravamo pure.

Noi che alle gite non potevamo uscire dalle camere la notte.

Noi che ci divertivamo anche facendo Strega comanda colori.

Noi che facevamo il tifo per il Piccolo Mugnaio Bianco e la sua bella Clementina.

Noi che tiravamo le manine appiccicose delle patatine sui capelli delle femmine.

Noi che abbiamo avuto tutti il bomber blu,nero,argento e verde con l'interno arancione e i miniciccioli nel taschino.

Noi che se eri bocciato in 3° media potevi arrivare con il Fifty ed eri un figo della madonna!!!
Noi che ai mercatini dell'antiquariato vediamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e ci viene un nodo alla gola.
Noi che le nostre mamme mica ci hanno visti con l'ecografia e l'arrivo di una bimba o di un bimbo era ancora una bella sopresa.

NOI CHE SIAMO ANCORA QUI E CERTE COSE LE ABBIAMO DIMENTICATE E SORRIDIAMO QUANDO CE LE RICORDIAMO

NOI CHE SIAMO STATI QUESTE COSE E GLI ALTRI NON SANNO COSA SI SONO PERSI.

giovedì 17 aprile 2008

Il coraggio di un padre


Priamo si presenta al cospetto di Achille
e lo supplica di restituire ai suoi cari
il corpo di Ettore affinché possa essergli concessa
degna sepoltura.


Tolta non era ancor la mensa, e ancora

sedeavi Achille. Il venerando veglio

entrò non visto da veruno, e tosto

fattosi innanzi, tra le man si prese

le ginocchia d'Achille, e singhiozzando

la tremenda baciò destra omicida

che di tanti suoi figli orbo lo fece.

Come avvien talor se un infelice

reo del sangue d'alcun del patrio suolo

fugge in altro paese, e ad un possente

s'appresentando, i riguardanti ingombra

d'improvviso stupor; tale il Pelìdedel dëi

forme Prìamo alla vista

stupì. Stupiro e si guardaro in viso

gli altri con muta maraviglia, e allora

il supplice così sciolse la voce:

Divino Achille, ti rammenta il padre,

il padre tuo da ria vecchiezza oppresso

qual io mi sono. Io questo punto ei forse

da' potenti vicini assediato

non ha chi lo soccorra, e all'imminente

periglio il tolga. Nondimeno, udendo

che tu sei vivo, si conforta, e spera

ad ogn'istante riveder tornato

da Troia il figlio suo diletto. Ed io,

miserrimo! io che a tanti e valorosi

figli fui padre, ahi! più nol sono, e parmi

già di tutti esser privo. Di cinquanta

lieto io vivea de' Greci alla venuta.

Dieci e nove di questi eran d'un solo

alvo prodotti; mi venìano gli altri

da diverse consorti, e i più ne spense

l'orrido Marte. Mi restava Ettorre,

l'unico Ettorre, che de' suoi fratelli

e di Troia e di tutti era il sostegno;

e questo pure per le patrie mura

combattendo cadéo dianzi al tuo piede.

Per lui supplice io vegno, ed infiniti

doni ti reco a riscattarlo, Achille!

Abbi ai numi rispetto, abbi pietade

di me: ricorda il padre tuo: deh! pensa

ch'io mi sono più misero, io che soffro

disventura che mai altro mortale

non soffrì, supplicante alla mia bocca

la man premendo che i miei figli uccise.

A queste voci intenerito Achille,

membrando il genitor, proruppe in pianto,

e preso il vecchio per la man, scostollo

dolcemente. Piangea questi il perduto

Ettorre ai piè dell'uccisore, e quegli

or il padre, or l'amico, e risonava

di gemiti la stanza. Alfin satollo

di lagrime il Pelìde, e ritornati

tranquilli i sensi, si rizzò dal seggio,

e colla destra sollevò il cadente

veglio, il bianco suo crin commiserando

ed il mento canuto. Indi rispose:

Infelice! per vero alte sventure

il tuo cor tollerò. Come potesti

venir solo alle navi ed al cospetto

dell'uccisore de' tuoi forti figli?

Hai tu di ferro il core? Or via, ti siedi,

e diam tregua a un dolor che più non giova.

Liberi i numi d'ogni cura al pianto

condannano il mortal. Stansi di Giove

sul limitar due dogli, uno del bene,

l'altro del male. A cui d'entrambi ei porga,

quegli mista col bene ha la sventura.

A cui sol porga del funesto vaso,

quei va carco d'oltraggi, e lui la dura

calamitade su la terra incalza,

e ramingo lo manda e disprezzato

dagli uomini e da' numi.


(Iliade, libro ventesimoquarto)

Apollo dall'arco d'argento

Apollo, invocato dal sacerdote Crise, scende a punire gli empi Achei


"Dio dall'arco d'argento, o tu che Crisa

proteggi e l'alma Cilla, e sei di Tènedo

possente imperador, Smintèo, deh m'odi.

Se di serti devoti unqua il leggiadro

tuo delubro adornai, se di giovenchi

e di caprette io t'arsi i fianchi opimi,

questo voto m'adempi; il pianto mio

paghino i Greci per le tue saette."


Sì disse orando. L'udì Febo, e scese

dalle cime d'Olimpo in gran disdegno

coll'arco su le spalle, e la faretra

tutta chiusa. Mettean le frecce orrendo

su gli omeri all'irato un tintinnìo

al mutar de' gran passi; ed ei simìle

a fosca notte giù venìa. Piantossi

delle navi al cospetto: indi uno strale

liberò dalla corda, ed un ronzìo

terribile mandò l'arco d'argento.



(Iliade, libro primo)

sabato 5 aprile 2008

Una giornata tra i palafitticoli

03 aprile 2008

Gita alle palafitte del lago di Ledro



Ebbene, siamo riusciti ad andare in gita scolastica, abbiamo avuto anche la fortuna di una bella giornata di sole, anche se non si può dire ci fosse un clima primaverile, ed i ragazzi si sono divertiti moltissimo. All'interno del piccolo museo delle palafitte i ragazzi si sono immersi nella preistoria cimentandosi, come i palafitticoli che popolavano le rive del lago, nella costruzione di un'abitazione sull'acqua dell'età del bronzo. Così, dopo aver sezionato i "pali" col seghetto, martellato e limato la struttura ed intrecciata la paglia per il tetto, alla fine di una lunga giornata di lavoro, con grande soddisfazione dei nostri 38 "architetti della preistoria", e grazie alla pazienza e alla professionalità degli esperti operatori del museo, ecco pronte 41 palafitte (l'entusiasmo dei ragazzi ha coinvolto nel lavoro di falegnameria anche tre insegnanti)!



E' stata senza dubbio un'esperienza formativa per i ragazzi, messi a dura prova dalla durezza del legno e dalle difficoltà pratiche di un lavoro di questo tipo, ma proprio la fatica li ha resi orgogliosi del loro prodotto finale. Devo ammettere che sono stati davvero bravi perché ci hanno messo impegno, pur divertendosi molto.




Bravi ragazzi, sono orgogliosa di voi!
Il prossimo anno si va al Roma a restaurare il Colosseo, vi va?



lunedì 31 marzo 2008

Demolendo qua e là...



Con forza e coraggio si procede con la ristrutturazione.



E mentre qualcuno butta giù...



...qualcun altro aggiusta l'impianto elettrico.



Ce la faranno i nostri eroi?

mercoledì 19 marzo 2008

BUONA PASQUA!!!


martedì 11 marzo 2008

Ciao nonno...




Caro nonno Gianni,

oggi siamo tutti qui per salutarti: le persone che ti hanno conosciuto e stimato e, tra queste, non poche sono quelle che ti hanno amato. E' stato facile volerti bene, nonno; tu, a chi ti è stato accanto, hai sempre dato tanto.
Sei stato un uomo meraviglioso: marito fedele, padre amorevole, nonno affettuoso; un uomo che non ha mai temuto il lavoro e la fatica e, soprattutto, dote rara, che non ha mai negato un aiuto a chi ne aveva bisogno, dando agli altri senza aspettarsi nulla in cambio. Sempre sorridente e pronto alla battuta giocosa, ma anche riservato e affidabile.
Questo sei stato tu: un uomo, con le sue debolezze tutte umane, ma un grande uomo.

Quando viene a mancare una persona cara, l'improvvisa consapevolezza di non poterla più avere vicina ed il dolore per la perdita fanno sì che qualcosa si spezzi dentro... e un frammento di noi stessi, una parte importante del nostro essere se ne va insieme a lei.
Oggi, senza te, ci sentiamo più poveri, privati di un pezzetto del nostro cuore tanto più grande quanto più profondamente hai fatto parte dei nostri affetti.
Ma, accanto al dolore per la tua perdita, proviamo un sentimento di gratitudine per aver potuto godere del tuo affetto, della tua generosità e bontà d'animo.
Nonno, tu sai che queste non sono solo parole affettuose in tuo ricordo, ma i sinceri pensieri di chi ha amato e stimato in vita una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto.

Noi nipoti siamo orgogliosi e onorati di avere avuto un nonno meraviglioso come te e auguriamo a tutti la stessa fortuna.

Grazie per averci insegnato a giocare a carte,
grazie per averci aggiustato le biciclette,
grazie per averci fatto fare i giri sulle giostrine al mare,
grazie per averci fatto compagnia quando eravamo malati,
grazie per aver trovato il tempo di portarci al mare,
grazie per averci dedicato il tuo tempo e la tua attenzione.

Grazie per esserci stato sempre, nonno, ti vogliamo tanto bene.

Ci mancherai moltissimo, ma terremo sempre caro il tuo ricordo.
Io porterò nel cuore un'immagine che ti è sempre piaciuto ricordare:
tu, sorridente, sul molo del traghetto, accanto alla tua bicicletta, gli occhi celesti e affettuosi che cercavano tra la folla...

...e come allora oggi ti saluto, ma non per sempre...

"Ciao nonno!"


venerdì 29 febbraio 2008

Dicesi "paesaggio"

Il paesaggio è una qualità del territorio determinata dagli elementi naturali ed antropici.


Prof: "Vediamo chi di voi si ricorda la definizione di paesaggio che abbiamo imparato all'inizio di ottobre."
Alunno: "Io! Io la so!"
Prof: "Bene, dimmi."
Alunno: "Eh, son tutte le case, le strade, i tunnel..."
Prof: "Ok, gli elementi antropici. E poi...?"
Alunno2: "Ehm... Le costruzioni..."
Prof: "Chi sa dirmi altri elementi, DIVERSI da ciò che è costruito dall'uomo?"
Alunno3: "AH SI!! IO LO SO! IOIOIOIOIO!"
Prof: "Dai! Dimmi quali sono gli altri elementi non antropici!"
Alunno: "GLI ASCENSORI!"
Prof: "Ok. Io mi do all'eremitaggio!"

Siamo proprio tutti umani?

Lezione di geografia. Si parla della biodiversità.

Alunno: "Prof, ma noi siamo umani?"
Prof: "Certe volte ho seri dubbi a riguardo!"

venerdì 15 febbraio 2008

Casa dolce casa...

Finalmente si ristruttura!

Perle di saggezza (1)

...ovvero l'avventura quotidiana di ogni prof...

"Ma se un vulcano erutta e io sto sul cratere, la lava mi becca?"
No, ti fa il giro attorno!

Analisi grammaticale
"Egli può: voce del verbo avere..."

"L'uomo erectus fu il primo ad avere l'idea di alzarsi in piedi"
Sì, per andare a spasso!

"Gli antichi Egizi abitavano nelle piramidi"
E venivano sepolti nelle case?

"Massimo il gladiatore era forte e muscoloso e tutti lo chiamavano esposito"
Già, i meridionali invece li chiamavano ispanici.

Cantundio come gerundio

In aula, lezione sui verbi.
Prof: "Passiamo ora al gerundio. Chi di voi è in grado di dirmi qual è il gerundio presente del verbo cantare?"
Silenzio. Facce sbigottite.
Prof: "Dai, non è difficile!" ...e, guardando un alunno in primo banco "Il gerundio di un verbo ha un suono simile alla parola geeruuNNDIO! Quindi...?"
Alunno in primo banco, con il viso illuminato da un colpo di genio: "La so!!! CANTUNDIO!!!"
Prof: "Vabbeh... CANTANDO in effetti non si usa più da secoli..."

domenica 10 febbraio 2008

Istinto e ragione

Qualcuno molto tempo fa disse che la ragione per cui gli esseri umani sono superiori a tutte le altre creature e' che sono in grado di prendere decisioni per mezzo del ragionamento, mentre gli animali si basano solamente sull'istinto.
Io credo invece che per essere veramente superiori dovremmo trovare il giusto equilibrio fra istinto e ragione.

(S. Bambarén)


Possiamo vedere e sentire vicina

una persona nel mondo dei sogni,

e il fatto che al risveglio

non ci sia più

non significa

che non sia stata davvero

con noi.

(S. Bambarén)

lunedì 4 febbraio 2008

Ultimo canto di Saffo


Placida notte, e verecondo raggio
Della cadente luna; e tu che spunti
Fra la tacita selva in su la rupe,

Nunzio del giorno; oh dilettose e care
Mentre ignote mi fur l'erinni e il fato,
Sembianze agli occhi miei; già non arride
Spettacol molle ai disperati affetti.
Noi l'insueto allor gaudio ravviva
Quando per l'etra liquido si volve
E per li campi trepidanti il flutto
Polveroso de' Noti, e quando il carro,
Grave carro di Giove a noi sul capo,
Tonando, il tenebroso aere divide.
Noi per le balze e le profonde valli
Natar giova tra' nembi, e noi la vasta
Fuga de' greggi sbigottiti, o d'alto
Fiume alla dubbia sponda
Il suono e la vittrice ira dell'onda.


Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella
Sei tu, rorida terra. Ahi di cotesta
Infinita beltà parte nessuna
Alla misera Saffo i numi e l'empia
Sorte non fenno. A' tuoi superbi regni
Vile, o natura, e grave ospite addetta,
E dispregiata amante, alle vezzose
Tue forme il core e le pupille invano
Supplichevole intendo. A me non ride
L'aprico margo, e dall'eterea porta
Il mattutino albor; me non il canto
De' colorati augelli, e non de' faggi
Il murmure saluta: e dove all'ombra
Degl'inchinati salici dispiega
Candido rivo il puro seno, al mio
Lubrico piè le flessuose linfe
Disdegnando sottragge,
E preme in fuga l'odorate spiagge.


Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso
Macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
Il ciel mi fosse e di fortuna il volto?
In che peccai bambina, allor che ignara
Di misfatto è la vita, onde poi scemo
Di giovanezza, e disfiorato, al fuso
Dell'indomita Parca si volvesse
Il ferrigno mio stame? Incaute voci
Spande il tuo labbro: i destinati eventi
Move arcano consiglio. Arcano è tutto,
Fuor che il nostro dolor. Negletta prole
Nascemmo al pianto, e la ragione in grembo
De' celesti si posa. Oh cure, oh speme
De' più verd'anni! Alle sembianze il Padre,
Alle amene sembianze eterno regno
Diè nelle genti; e per virili imprese,
Per dotta lira o canto,
Virtù non luce in disadorno ammanto.

Morremo. Il velo indegno a terra sparto,
Rifuggirà l'ignudo animo a Dite,
E il crudo fallo emenderà del cieco
Dispensator de' casi. E tu cui lungo
Amore indarno, e lunga fede, e vano
D'implacato desio furor mi strinse,
Vivi felice, se felice in terra
Visse nato mortal. Me non asperse
Del soave licor del doglio avaro
Giove, poi che perìr gl'inganni e il sogno
Della mia fanciullezza. Ogni più lieto
Giorno di nostra età primo s'invola.
Sottentra il morbo, e la vecchiezza, e l'ombra
Della gelida morte. Ecco di tante
Sperate palme e dilettosi errori,
Il Tartaro m'avanza; e il prode ingegno
Han la tenaria Diva,
E l'atra notte, e la silente riva.

L'Infinito





Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

Spazi di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo; ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e il suon di lei. Così tra questa

Immensità s'annega il pensier mio:

E il naufragar m'è dolce in questo mare.


mercoledì 2 gennaio 2008

Volareeeee


Il 26 dicembre è arrivato Babbo Natale e abbiamo volato in elicottero sulle Dolomiti...


E' stato incredibile! Sfiorare le vette e volare a pochi metri dalle pareti rocciose toglie il fiato...
Un'esperienza assolutamente da vivere!